Oggi siamo qui con Ermal Kopani per discutere dei movimenti
commerciali da parte delle Big Tech nei confronti del mercato
assicurativo.
Oggi le compagnie assicurative tradizionali non devono combattere solo
con la concorrenza storica, ma entrano in gioco anche le multinazionali
BigTech che puntano a prendere le proprie quote di mercato.
Si potrebbe trattare di una nuova frontiera, oppure di un nuovo modo di
vivere le assicurazioni per i clienti.
Cosa ne pensi Ermal?
Amazon ha iniziato anche in Europa la sua attività nel mercato
assicurativo nel Regno Unito e questo non è passato di certo
inosservato.
Sappiamo benissimo che Amazon dispone di un larghissimo bacino di
utenza al livello globale, quindi la sua penetrazione nel mercato
potrebbe essere molto importante.
Inoltre, Amazon dispone di mezzi di comunicazione digitale superiori ai
competitor del mercato assicurativo tradizionale, basti pensare al fatto
che la maggior parte degli acquisti e delle comunicazioni con i clienti
viene fatta per mezzo dello smartphone.
Oggi lo smartphone è uno strumento per le informazioni, ormai diventato
un’estensione quasi naturale dell’essere umano.
Con la possibilità di comunicare in modo diretto per mezzo delle sue App
e della gigantesca lista contatti clienti, Amazon non solo potrebbe
penetrare in modo aggressivo il mercato ma potrebbe anche avere vita
più facile per quanto riguarda l’educazione verso quel tipo di prodotti
assicurativi meno conosciuti dal pubblico retail.
Possiamo fare l’esempio dell’estensione assicurativa sulla vendita dei
prodotti, come l’assicurazione in seguito all’acquisto di uno smartphone.
Solo nel 2020 l’azienda ha venduto 100 milioni di polizze solo in Europa
e la penetrazione nel settore è solo iniziata.
Non solo Amazon ma anche altre BigTech hanno interesse nel mercato
assicurativo, possiamo fare l’esempio di Tesla una delle aziende più
capitalizzate al mondo nel settore automotive.
Tesla non è solo un produttore di auto elettriche, ma come tutte le
BigTech uno dei suoi pilastri sta nella gestione dei dati.
Guidare un’auto come una Tesla non significa solo utilizzare un mezzo di
trasporto di lusso, ma anche concedere all’azienda la trasmissione di
un’enorme quantità di dati. I dati possono essere elaborati per creare dei
modelli matematici che nel campo assicurativo possono avere dei
riscontri eccezionali.
Sappiamo che il business delle assicurazioni si basa su modelli
probabilistici, dove il premio pagato dai clienti deve essere sempre
superiore a quello erogato per il risarcimento danni assicurativi.
Proviamo ora a pensare alla potenza previsionale che può avere Tesla
nella profilazione del cliente, visto il fatto che anche i dati relativi alla
guida possono essere tracciati, incamerati ed elaborati.
Sulla base dei Big Data l’azienda potrebbe avere un ottimo impatto
previsionale sulla possibilità di un cliente di causare incidenti, per
esempio sulla base dello stile di guida, di conseguenza erogare il premio
proporzionato al rischio del profilo cliente.
Inoltre i sistemi di guida automatici per le vetture che l’azienda sta
migliorando sempre di più, sono di certo più prevedibili degli esseri
umani perché sono basati su algoritmi specifici.
Mentre il fattore umano può essere più soggetto al rischio
dell’imprevedibilità insita nella natura umana, un software che guida al
posto dell’umano, programmato dalla stessa azienda, è di certo più
prevedibile.
Questo potrebbe migliorare di molto i margini tra costi e profitti. E
questo è il cuore pulsante di tutto il comparto assicurativo. Il mondo è
pronto a vedere un settore delle assicurazioni digitalizzato e legato ai
BigData.
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