Attraverso studi gli scienziati sono riusciti a capire dove è possibile trovare particelle di microplastica in maggiore quantità. Si è scoperto ultimamente delle novità..
Le microplastiche sono definite come tutte le particelle di dimensioni comprese tra 330 micron e 5 mm. Possono avere una fonte primaria (fibre tessili o microsfere abrasive) o una fonte secondaria se provengono dalla scomposizione di rifiuti più grandi da parte di agenti fisici. Sono sempre più presenti nell’ambiente, dispersi negli ecosistemi marini e terrestri, ma è un inquinamento difficile da quantificare e non completamente eliminabile: per questo è necessario capire il problema e prevenirlo. Le microplastiche possono entrare nel corpo umano attraverso l’ingestione e l’inalazione dove possono essere assorbite in vari organi e potrebbero influire sulla salute, ad esempio danneggiando le cellule o inducendo reazioni infiammatorie e immunitarie.
Mentre per l’ambiente si stima che il 2-5% di tutta la plastica prodotta finisca in fiumi, mari e oceani. La quota definita come microplastica si accumula in pesci e crostacei e, soprattutto, contamina l’acqua. Entrando a far parte della catena alimentare.
Per ricordarci quanto siano diffuse oggi sul pianeta, e quanti rischi potrebbero porre per l’ambiente e per la salute umana, qui sotto elencheremo in base a gli studi degli scienziati alcuni dei tanti luoghi dove è stata rilevata quantità di microplastica.
- 1) Nel sangue
- 2) Nell’acqua in bottiglia
- 3) Nella placenta
- 4) Nei ghiacciai
- 5) Nel deserto
- 6) Nella birra
- 7) Nel mare
- 8) Nei polmoni
- 9) In Antartide
- 10) Nel sale
- 11) Nelle feci umane
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