Oggi l’anniversario della pubblicazione del diario di Anna Frank: giovane ebrea testimone dell’Olocausto, l’omaggio di Google in sua memoria.
Anna Frank, una ragazza nella sua pubertà come tante altre. Tedesca, nata a Francoforte, si trasferì con la famiglia ad Amsterdam dopo l’ascesa della Germania nazista. Ebrea, fu costretta a nascondersi. Fu qui, nella casa dietro l’edificio che ospitava l’azienda paterna Otto Frank, che scrisse quel diario che sarebbe diventato uno dei più importanti testimoni dell’Olocausto. Il 25 giugno 1947, esattamente 75 anni fa, il 25 giugno 2022, Google dedica il suo Doodle a quest’opera, scritta da una ragazza che non aveva idea del valore delle sue parole per le generazioni future. Anna Frank si nascose per due anni dal 1942 al 1944. La sua famiglia è stata trovata e arrestata, lei e sua sorella Margot sono state deportate nel campo di concentramento di Bergen-Belsen, dove sono morte entrambe, forse di tifo pochi giorni prima dell’arrivo degli alleati, nel 1945.
L’unico membro sopravvissuto della famiglia Frank è il padre Otto, che pubblicò il diario di sua figlia nel 1947. Prima in tedesco, poi inglese nel 1952. Il diario di Anna Frank è arrivato in Italia nel 1954 ed è stato pubblicato da Einaudi. Inizia come la libera espressione della mente di una ragazza di 13 anni, strettamente confidenziale: è uno spazio in cui racconta la sua vita e la sua famiglia, i suoi amici e persino il suo “fascino” per Peter.
Il diario venne scritto su carta a fogli mobili, è una testimonianza concreta della sofferenza di una famiglia ebrea durante il nazismo. Padre Otto, riconosciuto come coautore della biografia nel 2015, ha curato e riscritto alcune pagine scritte dalla figlia. Questa è la versione che conosciamo e leggiamo oggi. Diary of Anna Fanck vendendo 30 milioni di copie nel 2016 tradotto in 72 lingue. Oggi il nascondiglio della famiglia Frank è diventato un museo.
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